CITAZIONE (jeremj @ 18/10/2010, 00:03)
Dunque tutte le bridge non si chiamano bridge ma sono reflex?
E' ben diverso.
Quando si usavano le pellicole esistevano le reflex ad ottica fissa. Come c'erano le compatte a pellicola Kodak istamatic, Agfa, Kodak 110 (che usava una pellicola 16 mm) ed erano a mirino galileiano cioè quello che sembra una finestrella sul davanti della macchina una specie di canocchialino che l'attraversa.
Poi si diferenziavano anche dal formato della pellicola , 110, 127, 120, 220, 135 (le più usate) e vi erano doiverse tipologie di fotocamere reflex a ottica intercambiabile, fissa, a mirino galileiano, mirino sportivo, e chi più ne ha più ne metta.
Anche in formati più grandi c'erano le reflex, Zenza Bronica, Hasselblad (formato 6x6 o 120/220 (120 12 pose e 220 24 pose) Mamya 6x7 Asahi Pentax 6x7 usavano pellicole 12 0 220 e facevano 9 o 18 pose. Le biottiche 6x6 tipo le Rolleiflex, Rolleicord, Yashica 124 G mat, avevano due obiettivi sovrapposti uno (quello superiore) era il mirino a pozzetto si inquadrava guardando dall'alto, l'altro obiettivo era quallo della fotocamera, la mess a fuoco chiaramente manuale avveniva perchè si spoavano in sincronia i due obiettivi.
Insomma forse c'era una iù vasta gamma di formati dal piccolo hobbysta all'amatore evoluto al professionista. Epoca pionieristica in confronto a questa del digitale. Avevamo quasi tutti l'ingranditore per stamparci le nostre foto in B&N.
Oggi le digitali si dividono come ben sapete in compatte, bridge e reflex. Basta! vi ho rotto a sufficienza, non voglio fare il saputello, ma è vita vissuta.